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Che cos’è l’omeopatia?

Che cos’è in definitiva l’omeopatia? E quando viene impigata? La nostra panoramica vi fornisce risposte rapide sul tema dell’omeopatia.

In caso di allergie solari, ustioni, lesioni ecc. l'effetto dei rimedi omeopatici può essere significativamente favorito adottando lo stesso preparato come somministrazione orale (uso interno) e topica (uso esterno).

Gocce

Far gocciolare il prodotto direttamente sulla lingua o sciogliere le gocce in un po' d'acqua e berle. Per i bambini diluirle sempre con l'acqua.

Dosaggio:

  • 3 gocce per i neonati
  • 5 gocce per i bambini piccoli e i bambini
  • 10 gocce per gli adolescenti e gli adulti

Globuli

Lasciar sciogliere i globuli sulla lingua. Per i neonati i globuli possono essere sciolti in acqua e somministrati all'occorrenza a un sorso per volta con il biberon. Preparare ogni giorno una soluzione fresca.

Dosaggio:

  • 7 globuli per neonati, bambini piccoli, bambini, adolescenti, adulti.

Compresse

Masticare le compresse o lasciarle sciogliere in bocca. Non inghiottirle intere. Le compresse possono anche essere sciolte in acqua, per esempio per i neonati.

Dosaggio:

  • 1 compressa per neonati, bambini piccoli, bambini, adolescenti, adulti.

Pomate

Applicare uno strato sottile di pomata.

Le patogenesi (quadro sindromico della farmacopea omeopatica) descrivono le possibili reazioni dell'organismo umano o animale ai medicamenti omeopatici. Rappresentano la base per la prescrizione e la composizione dei medicamenti omeopatici.

Le patogenesi vengono raccolte e descritte nella Materia medica omeopatica e sono nella maggior parte dei casi un riepilogo delle esperienze relative agli effetti tossici, delle sperimentazioni dei rimedi e dei risultati di applicazioni pratiche sui pazienti. Ci sono anche molti rimedi che pur non disponendo di un'approfondita patogenesi si sono ottimamente affermate in pratica in un determinato campo d'applicazione. In questi casi si parla di comprovate applicazioni empiriche del farmaco omeopatico.

La sperimentazione dei rimedi è la base dell'omeopatia. Consente un'approfondita esplorazione delle virtù terapeutiche intrinseche delle sostanze di origine vegetale, animale, minerale o sintetica.

La prima sperimentazione dei rimedi fu quella eseguita su se stesso da Hahnemann con la Cinchona (estratto di corteccia di china). Agli esordi dell'omeopatia, le sperimentazioni si eseguivano con sostanze o tinture madri concentrate, in parte ancora tossiche. Oggi allo scopo si usano solo ancora preparazioni innocue, per lo più dinamizzate.

Sull'azione delle sostanze tossiche non manca la letteratura che offre informazioni utili anche per l'omeopatia, ma solo «sommarie». Una valida sperimentazione omeopatica con sostanze dinamizzate rivela in modo molto più fine ed esplicito l'essenza di un medicamento. Dalla sperimentazione scaturisce anche qual è il tipo di persona particolarmente ricettivo per le sostanze testate. I risultati della sperimentazione di un rimedio sono considerati definitivi solo quando la loro validità è confermata dalla verifica pratica con i pazienti.

Non esitate a rivolgervi al medico:

  • in caso di mancato miglioramento entro un lasso di tempo ragionevole
  • in caso di ricomparsa di disturbi violenti o di febbre alta
  • se la/il paziente desta un'impressione apatica (inerte, debole)
  • in presenza di una malattia contagiosa (p.e. malattia venerea)
  • qualora i disturbi post-traumatici (incidente) dovessero intensificarsi oppure
  • la gravità di un incidente lasci supporre conseguenze al momento non evidenti
  • qualora si sospetti il pericolo di suicidio
  • se la/il paziente desidera espressamente consultare il medico
  • qualora la/il paziente manifesti sintomi di paura o cattivi presentimenti

Non interrompete una terapia prescritta dal medico senza averlo dapprima consultato.

Non dimenticate che anche per le emergenze di solito passa parecchio tempo fino all'arrivo dei soccorsi (spesso da mezz'ora a più ore!). È consigliabile sfruttare il tempo d'attesa per un primo trattamento omeopatico.

Per quanto riguarda la conservazione degli omeopatici, è determinante unicamente la sostanza veicolante.

La sostanza veicolante può

  • evaporare (gocce), per cui bisogna sempre richiudere accuratamente il flaconcino
  • assorbire umidità (globuli e compresse); questi prodotti devono essere pertanto conservati in un luogo asciutto (ovvero non in locali umidi come il bagno o la cucina) e la confezione deve rimanere ben chiusa
  • essere contaminata (gocce per gli occhi e per il naso, pomate); questi prodotti devono essere sempre richiusi immediatamente dopo l'uso.

Come per tutti gli altri medicamenti, anche per gli omeopatici vale la regola: tenere fuori dalla portata dei bambini. I bambini non sanno distinguere tra globuli innocui e pillole pericolose.

Sporadici disturbi acuti (p.e. influenza, bruciore di stomaco) richiedono per lo più un periodo di trattamento molto breve. In questi casi bastano generalmente poche somministrazioni per liberarsi definitivamente dai disturbi.

In caso di disturbi persistenti o di ripetute recidive, ovvero di malattie croniche, spesso è difficile valutare la durata del trattamento.

La terapia va sospesa alla scomparsa dei sintomi percettibili e visibili.

All'eventuale ricomparsa dei sintomi, vi consigliamo di riprendere il trattamento con i rimedi dimostratisi efficaci in precedenza.

In tal caso, ovvero in caso di recidiva, valutare l'eventualità di consultare un medico (p.e. in concomitanza con disturbi renali, epatici, cardiaci o bronchiali).

In base alle nostre conoscenze, la natura dell'impulso (stimolo) immateriale di un rimedio omeopatico non può essere modificata da prodotti materiali quali farmaci di sintesi (chimici), antibiotici, prodotti chimici per il trattamento delle piante e conservanti. L'impulso omeopatico raggiunge l'organismo e adempie al suo scopo anche in presenza di sostanze chimiche estranee al corpo. Ciò è confermato tra l'altro dai successi conseguiti dai trattamenti omeopatici dell'asma in associazione alla terapia al cortisone.

I medicamenti omeopatici possono quindi essere somministrati contestualmente ai farmaci di sintesi chimica senza per questo perdere la propria efficacia. Si raccomanda tuttavia di richiedere il parere del medico.

Arnica, veleno d'api, zolfo e bicromato di potassio sono per esempio dei cosiddetti rimedi unitari. Si tratta di sostanze fornite dalla natura o dall'industria chimica. Dal punto di vista della definizione linguistica sono sostanze singole, ovvero non mescolate a posteriori.

Dal punto di vista analitico si tratta però sempre di miscele di diversi elementi. La tintura madre di Arnica, per esempio, contiene numerose sostanze attive, nello zolfo si trovano tra l'altro tracce di selenio e il bicromato di potassio presenta residui di prodotti di sintesi.

L'omeopata classico utilizza gli unitari, perché la base del suo lavoro è costituita dalle patogenesi correlate a tali sostanze medicinali.

Con la combinazione di due o più unitari si ottengono i preparati complessi. I singoli componenti svolgono sull'organismo un'azione simile tra di loro e si completano a vicenda.

I preparati complessi offrono il grande vantaggio di coprire un ampio spettro di disturbi, per cui facilitano moltissimo la scelta del farmaco omeopatico. Anche per i preparati complessi spesso si conferma la seguente massima:
«L'insieme è più della somma delle singole parti».

I preparati complessi consentono

  • anche ai non esperti in materia di curarsi con l'omeopatia senza dover ricorrere all'omeopata
  • all'omeopata di prescrivere un medicamento utile anche in caso di quadro clinico poco chiaro e incompleto
  • un trattamento efficace anche nel caso in cui in una patologia subentri un rapido alternarsi di vari sintomi
  • una terapia anche in condizioni sfavorevoli, per esempio quando il tempo stringe, nel cuore della notte, in mancanza di documentazioni, in viaggio ecc.

I preparati complessi prefabbricati sono indicati solo per il trattamento di malattie acute e non pericolose. Le loro indicazioni per l'uso sono limitate agli ambiti d'applicazione previsti dalle autorità competenti in materia di medicamenti. Per le malattie croniche è necessario l'intervento di una o di un omeopata con molta esperienza.

Per l'utilizzo dei preparati complessi valgono le stesse regole dei cosiddetti rimedi unitari.

Il trattamento costituzionale è indicato in caso di malattie croniche o qualora disturbi acuti si ripresentino regolarmente (recidive).

La costituzione (dal lat. costitutio = stabilito, assetto stabile) corrisponde all'habitus, ovvero al quadro generale caratteristico di una persona e include gli aspetti morfologici, funzionali, intellettivi, psichici e comportamentali.

Nell'ambito di una terapia costituzionale è quindi fondamentale farsi un'idea possibilmente completa del paziente. Nell'ambulatorio omeopatico ciò avviene al momento dell'indagine iniziale sul paziente (anamnesi) oppure nel corso del colloquio preliminare, che dura generalmente un'ora o, nella maggior parte dei casi, perfino da un'ora e mezza a due ore. Nel colloquio è importante che il o la paziente parli dei suoi sintomi, dei segni di malattia e della sua indole complessiva. Anche la storia familiare è importante per la ricerca dell'adeguato rimedio costituzionale.

I dati raccolti vengono analizzati e gerarchizzati, poiché solo gli indizi e i sintomi caratteristicamente inconsueti sono determinanti per la scelta del rimedio.

Con l'ausilio di un repertorio (raccolta dei sintomi patogenetici associati ai rimedi da utilizzare) e di varie materie mediche (descrizione dei rimedi omeopatici) si procede alla ricerca del rimedio adatto, cioè di quella sostanza che produce i sintomi più simili a quelli riscontrati nella persona ammalata. Se si riesce a trovare il rimedio adeguato, la salute del paziente si ristabilisce in maniera delicata e duratura.

Nei casi cronici di malattie complicate spesso non è possibile guarire completamente il paziente con un unico medicamento omeopatico. Se il quadro clinico si modifica nel corso della terapia costituzionale, è necessario ponderare l'adozione di un altro rimedio.

L'omeopata deve quindi comprendere l'indole della persona ammalata. Ciò richiede un'estrema sensibilità, capacità d'immedesimazione e molta esperienza. Naturalmente, per poter procedere a una prescrizione valida, l'omeopata deve anche conoscere i rimedi e comprenderne l'essenza intrinseca.

Quanto più sono approfondite le verifiche e le esperienze pratiche fatte con un rimedio sui pazienti, tanto meglio questo potrà essere impiegato in un trattamento costituzionale. Ciò significa che, fondamentalmente, ogni medicamento omeopatico può essere considerato un rimedio costituzionale qualora risponda ampiamente alla costituzione di un paziente.

I medicamenti omeopatici, in particolare i globuli e le compresse, sono ideali in gravidanza, sia per la futura mamma che per il nascituro.

Ciononostante, durante la gravidanza consigliamo di consultare la ginecologa o il ginecologo per tutti i disturbi che richiedono un trattamento.

Prima o dopo i pasti?

L'esperienza pratica ha dimostrato che i rimedi omeopatici hanno una buona efficacia anche se presi subito prima dei pasti o poco dopo.

Determinati raggi, p.e. come quelli per i controlli di sicurezza all'aeroporto, possono interferire sull'effetto?

Tanto per i rimedi unitari (anche nelle potenze elevate!) quanto per i rimedi complessi non abbiamo constatato alterazioni dell'efficacia nemmeno dopo più di un'esposizione alle radiazioni in occasione dei controlli.

È necessario evitare il tè alla menta, il caffè e il fumo?

Innumerevoli trattamenti di successo nei fumatori e bevitori di caffè, nonché prove su noi stessi hanno dimostrato che evidentemente i medicamenti omeopatici non perdono la loro efficacia in concomitanza con tè alle erbe, spezie, mentolo, sostanze eccitanti ecc. Gli effetti collaterali di sostanze eccitanti quali il tabacco e il caffè possono perfino essere eliminati rapidamente con gli omeopatici (p.e. Nux vomica).

Tuttavia è fondamentalmente consigliabile consumare tutti i generi voluttuari con la dovuta moderazione, rispettivamente evitarli completamente in presenza di determinate malattie.

I recipienti metallici possono alterare l'azione degli omeopatici?

Spesso la letteratura in materia riferisce che i farmaci omeopatici sono sensibili ai metalli.

Ciò non è stato confermato dalla nostra esperienza pratica. Cucchiai di metallo, otturazioni dentarie in amalgama e simili non inibiscono l'azione degli omeopatici.

  • Le raccomandazioni contenute in questo sito Web sono destinate soltanto al trattamento di malattie innocue con un decorso blando. Le presenti raccomandazioni, informazioni e avvertenze non sostituiscono la visita medica o la consulenza in farmacia o in drogheria.
  • In caso di disturbi di origine incerta o molto intensi è consigliabile rinunciare all'automedicazione e rivolgersi al medico.
  • Prima di utilizzare un medicamento, leggere attentamente il foglietto illustrativo e attenersi alle relative indicazioni.
  • Se con l'automedicazione non si constata un miglioramento entro un lasso di tempo ragionevole, se subentra un evidente peggioramento dei disturbi o se i disturbi ricompaiono, rivolgetevi alla vostra farmacia o drogheria per la consulenza del caso o consultate il medico.
  • Fondamentalmente, in gravidanza, durante l'allattamento e per i lattanti non si dovrebbe ricorrere ai medicamenti senza prima aver consultato uno specialista (farmacia, drogheria, medico).
  • Le malattie croniche (in particolare disturbi renali ed epatici) devono essere sempre curate sotto controllo medico.

In particolare per i disturbi acuti, i rimedi omeopatici sviluppano spesso un'azione rapida. Un bambino febbricitante o impaurito, p.e., riesce a tranquillizzarsi quasi all'istante. Una tosse stizzosa si calma poco dopo la somministrazione di una dose del rimedio. Un senso di oppressione nel petto o in gola sparisce rapidamente.

Nel corso della nostra decennale esperienza nella terapia omeopatica abbiamo constatato che, se il medicamento viene scelto correttamente, al momento della somministrazione riesce sempre a stimolare la reazione dell'organismo. Evidentemente in quel momento l'organismo potenzia lo sforzo di autoguarigione per eliminare i disturbi, cosa che si avverte rapidamente nel caso di malattie acute di recente insorgenza.

Per i disturbi cronici in genere è necessario attendere più a lungo il subentrare di effetti benefici evidenti. Anche in questo caso, però, con la scelta del rimedio corretto il processo di guarigione viene attivato perlopiù immediatamente, anche se inizialmente spesso il risultato non è né percettibile né visibile. Tipici casi che richiedono più tempo sono p.e. disturbi della crescita delle unghie, caduta dei capelli, ulcere alle gambe o certi tipi di eczemi.

La regola generale è

  • In caso di disturbi acuti (di recente insorgenza) come p.e. influenza, tosse, raffreddore o irritazioni degli occhi, subentra un sensibile miglioramento nel giro di qualche minuto o di qualche ora. I disturbi di tipo acuto non richiedono generalmente un trattamento prolungato, perché dopo la scomparsa dei sintomi lo stato di salute è ristabilito e non si prevedono recidive.
  • In caso di disturbi cronici (recidive continue, p.e. eczemi, caduta dei capelli, allergie, stipsi, sinusite e insonnia) il miglioramento si verifica progressivamente nell'arco di più giorni o settimane. I disturbi cronici richiedono perlopiù una terapia a lungo termine. Per la guarigione, il corpo ha bisogno di tanto in tanto degli stimolanti impulsi del farmaco omeopatico al fine di combattere i disturbi associati a predisposizione familiare o profondamente radicati.

Ciò che provoca determinati sintomi (p.e. arrossamenti e calore) in una persona sana, può guarire una persona ammalata che accusa disturbi analoghi: «Similia similibus curantur», ovvero «il simile cura il simile»!

Un esempio: a causa di una malattia da raffreddamento, una persona accusa naso colante e occhi lacrimanti. Anziché somministrare un rimedio per sgonfiare le mucose nasali, le si dà una cipolla. Naturalmente, qui il principio di similitudine funziona solo se i sintomi da raffreddore sono simili a quelli che si manifestano quando si taglia una cipolla. Se il muco è denso sarà necessario trovare un’altra soluzione. Queste conoscenze non sono una scoperta della medicina moderna, infatti se ne trovano citazioni già negli scritti di Ippocrate.

Gli ambiti d'impiego dei preparati omeopatici a base di veleno d'api (Apis) sono:

  • Angina
  • Ustioni
  • Allergie
  • Punture d`insetti
  • Infiammazioni articolari
  • Insolazione (colpo di sole)

Tutti i farmaci omeopatici agiscono in base a questo sistema, ossia in base al principio della similitudine!

Ogni medicamento deve essere usato tanto spesso quanto necessario, ma il più raramente possibile.
Ricorrete al rimedio scelto ogni qualvolta

  • diminuisce l'effetto della somministrazione precedente
  • ricompaiono i disturbi o
  • si attenuano le conseguenze di un'eventuale reazione di efficacia del trattamento (cosiddetto aggravamento omeopatico iniziale) e sono però ancora presenti disturbi correlati alla malattia.

I disturbi acuti richiedono generalmente una somministrazione frequente, fino a ogni quarto d'ora, in casi estremi anche più spesso. Per il trattamento dei disturbi cronici, ovvero che perdurano da tempo o recidivano continuamente, nonché per la desensibilizzazione di allergie sono necessarie in genere da 1 a 2 dosi al giorno fino alla completa scomparsa dei disturbi.

Il trattamento prolungato con farmaci omeopatici è indicato solo nel caso in cui i disturbi in questione migliorino sensibilmente con la somministrazione del preparato o si rilevi la guarigione progressiva.

Il medico, chimico e ricercatore tedesco Christian Friedrich Samuel Hahnemann (1755-1843) gettò nel 1790 le basi per la medicina omeopatica. Fu una sperimentazione su se stesso con la corteccia di china (chinino) a portarlo alla scoperta dell’omeopatia.

Il metodo terapeutico omeopatico si basa:

  • sul principio di similitudine
  • sulla dinamizzazione (potentizzazione)
  • sulla sperimentazione dei rimedi
  • sull’essere umano in tutta la sua interezza

In omeopatia, le principi attivi necessarie per la produzione vengono prese dalla natura e possono essere piante, parti di piante, sostanze animali o anche minerali. Più raramente vengono impiegate sostanze sintetiche.

Tra le sostanze attive note troviamo Arnica, Belladonna, Echinacea o Camomilla. Tra gli altri, queste sostanze sono disponibili come rimedi unitari, globuli o pomate.

La durata di conservazione degli omeopatici è molto variabile e dipende soprattutto dalla sostanza veicolante (alcol, acqua, base per pomate ecc.) nonché dall'uso e dalla conservazione corretta dei preparati. Chiedete consiglio in farmacia o in drogheria.

Coloro che soffrono di disturbi e usano un rimedio omeopatico, dopo l’assunzione affrontano tra gli altri anche un peggioramento iniziale, ovvero la cosiddetta «reazione di guarigione». Questa spesso si presenta dopo poche ore e intensifica i disturbi del corpo. Tuttavia, tale reazione non è motivo di preoccupazione, poiché il rimedio omeopatico stimola l’organismo ad autoguarirsi.

Da sapere

ogni decorso di trattamento è individuale. Alcune persone reagiscono più intensamente alla reazione di guarigione e altre, a loro volta, non si accorgono di nulla. Le patologie croniche necessitano di solito di periodi di trattamento più lunghi – e quindi anche di più pazienza. Il processo di guarigione è soggetto alla Legge di Hering: i sintomi dei disturbi guariscono dall’alto verso il basso, da dentro verso fuori e nell’ordine inverso nel quale sono comparsi. Concretamente, ciò significa che guarisce prima la parte superiore del corpo poi quella inferiore. I disturbi interni, come l’asma, scompaiono prima di un’eruzione cutanea e i disturbi più recenti scompaiono prima di quelli cronici, più vecchi.

Di base, bisognerebbe evitare di assumere una combinazione di più rimedi omeopatici. Se, tuttavia, si presentano sintomi che necessitano diverso trattamento, in alcuni casi è necessario assumere diversi rimedi. Prestate attenzione ad assumere i rimedi a intervalli regolari. Si consiglia di lasciar trascorrere 15-30 minuti tra l’assunzione di un rimedio e l’altro.

imedi omeopatici stimolano la capacità di autoguarigione oppure la rafforzano. Ciò avviene mediante una fine stimolazione dell'organismo. L'apposito processo di produzione (diluizione graduale e potenziamento) fa sì che i rimedi omeopatici possano sortire un effetto anche con diluizioni molto elevate. Le potenze stesse che non rientrano nel numero di Avogadro, nelle quali non sono più presenti molecole della sostanza originaria, vengono impiegate con successo. L'effetto di queste potenze elevate non può essere attribuito al contenuto materiale della sostanza attiva. Sulla base delle conoscenze derivate dalla teoria quantistica, oggi si presume che il rimedio omeopatico potenziato trasmetta all'organismo informazioni in grado di stimolare i processi di mutamento di guarigione nel corpo.
Poiché l'effetto non è da ricondurre a una quantità definita di sostanza attiva, i rimedi omeopatici potenziali agiscono in modo delicato e ben tollerabile.

Quando, in caso di impiego di preparati omeopatici, si osservano effetti collaterali, si tratta perlopiù di intolleranze verso gli eccipienti necessari per la preparazione della forma galenica (globuli, compresse, pomate, gocce). Oppure si tratta di reazioni di guarigione: una percezione transitoria aumentata dei sintomi necessari per la guarigione (diarrea, eruzioni cutanee, secrezioni ecc.), che poi regrediscono da soli.

Nessuna interazione con altri medicamenti

Una quantità molto ridotta oppure assente di sostanza attiva non può presentare interazioni con altre sostanze.

Importante

Se durante l'assunzione di rimedi omeopatici osservate effetti collaterali oppure se assumete altri medicamenti, informate il vostro medico, farmacista o droghiere.

Ulteriore letteratura: Teut M, Dahler J, Lucae C, Koch U: Kursbuch Homöopathie. Monaco: Elsevier/Urban & Fischer 2008

Le sostanze attive omeopatiche non diluite possono avere un effetto troppo forte o aggressivo. Ecco perché, dopo questa constatazione, lo scopritore dell’omeopatia, Samuel Hahnemann ha iniziato a diluire le sostanze attive così da eliminarne in pratica l’effetto velenoso. Con la potentizzazione, la sostanza attiva viene scossa con l’aiuto di acqua o alcol oppure anche triturata con il lattosio. A volte, il rimedio viene diluito così tanto che la sostanza attiva non è più rilevabile. La cosa importante è che la potentizzazione venga diluita secondo le indicazioni di Hahnemann di cento in cento. Ulteriori disposizioni si possono anche trovare nella farmacopea europea.

Chi acquista e utilizza rimedi omeopatici si troverà confrontato prima o poi con il concetto di potenza. Per trovare la potenza adatta è necessario sapere cosa significhi e come si misura. Di base è importante comprendere che maggiore è una potenza – e quindi meno sostanza attiva contiene – e più sarà forte l’effetto del rimedio omeopatico, poiché i rimedi vengono sottoposti a un processo di diluzione. Per l’automedicazione sono adatte potenze come D6 e C6 nonché D12 e C12. Potenze maggiori, come D30 o C30 o più, vanno prescritte solo da un medico o terapista esperto. La D indica potenze «decimali». In questo caso, la sostanza viene potenziata gradualmente con una parte di sostanza e nove parti di diluente. La C indica potenze «centesimali». In questo caso si potenzia con 99 parti di diluente.

L’omeopatia offre alcuni vantaggi:

  • non subentrano interazioni indesiderate con altri medicamenti, con generi voluttuari o con gli alimenti
  • tollerabilità ottimale
  • non si limita a sopprimere i sintomi
  • guarigione dei disturbi acuti e quindi inibizione dell'insorgenza di malattie croniche (persistenti)
  • non sussiste il pericolo di sovradosaggio
  • non provoca assuefazione né alterazione dei sensi (p.e. capacità di reazione, vista)
  • è adatta per gli esseri umani e per gli animali

Grazie a tali vantaggi, i medicamenti omeopatici sono particolarmente indicati anche per i neonati, i bambini, le donne incinte e le persone ipersensibili ai farmaci.